Il progetto
Contesto
Non si può certo dire che l’importanza dei palazzi comunali sia stata ignorata dalla storiografia: edifici come Palazzo Vecchio a Firenze o Palazzo Ducale a Venezia, la Basilica Palladiana di Vicenza o il Palazzo Pubblico di Siena sono studiatissimi da generazioni. Quando però dal pugno dei casi più noti si passa a considerare il panorama italiano nel suo complesso e sulla lunga durata, il quadro cambia radicalmente: intere regioni, interi periodi storici restano perlopiù inesplorati.
Quali forme ha assunto l’architettura civica al di fuori o ai margini del mondo comunale, nei piccoli centri spesso trascurati dalla storiografia tradizionale? Come si sono trasformati i modelli originari dopo la scomparsa o l’evoluzione degli assetti che li avevano generati? In che modo gli edifici storici sono stati plasmati dalle nuove esigenze a cui sono continuamente chiamati a rispondere?
E quali sono oggi gli usi e le funzioni di questa parte così importante del patrimonio culturale italiano?
Motivazione
L’Atlante si propone di colmare questo vuoto di conoscenze offrendo agli studiosi, agli amministratori e più in generale alla società civile, uno strumento di ricerca e un archivio condiviso, pensato per abbracciare l’intero territorio italiano lungo nove secoli di storia, dalle prime attestazioni di edifici civici costruiti nell’XI secolo fino ai giorni nostri.
Metodi
Abbiamo avviato – per ogni regione italiana – il censimento di un certo numero di edifici costruiti o utilizzati come sede di magistrature cittadine di antico regime e/o dei comuni riconosciuti come enti politici locali negli ordinamenti statali successivi alla Rivoluzione francese. Delimitato così un primo campione di circa 350 casi, abbiamo cercato di delineare la storia di ogni edificio, dalla fondazione (o conversione a usi civici) sino a oggi, schedandone gli assetti materiali, gli apparati decorativi, gli usi e le funzioni nel corso del tempo.
La ricognizione ha riguardato sia lo stato attuale, sia – a ritroso – le fasi di trasformazione documentate dalle fonti, senza stabilire gerarchie tra configurazioni originarie e modifiche successive, ma prestando pari attenzione a ogni fase storica. Da questo punto di vista, l’Atlante fa propri gli spunti metodologici della collana Mirabilia Italiae diretta da Salvatore Settis, mirando a estenderne l’approccio su scala più ampia.